Bologna

23-26 Ottobre 2025

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24 gen 2022

Radici, presente e futuro: l'elettrico nel mondo dell'auto

in: AUTO E MOTORI OGGI
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Al salone Auto e Moto d'Epoca la storia della mobilità alternativa, dal passato al presente dalle grandi Case agli artigiani che convertono le auto Classic in elettriche.

È una storia lunghissima quella dell'auto elettrica. La prima compagnia di taxi elettrici compare a New York all'inizio del 900 e auto elettriche si producevano in Italia non più tardi del 1907.

Ecco dove affondano le radici della tecnologia alla quale oggi alcuni - anche se non tutti - guardano per risolvere i problemi di inquinamento e sostenibilità ambientale legati al consumo di idrocarburi nei trasporti.

Curiosità nella curiosità, anche agli albori del secolo scorso si guardava alle auto elettriche  per risolvere un problema di inquinamento e mobilità: una crisi legata alla presenza di centinaia di migliaia di cavalli nelle grandi città, alle ingenti superfici agricole necessarie a produrre il loro sostentamento e alle tonnellate di “rifiuti” che lasciavano per strada.

Dopo un breve periodo di affiancamento, i motori a scoppio vennero preferiti a quelli elettrici e l'albero tecnologico si sviluppò in quella direzione. Ma non per molto.

50 anni fa iniziò una nuova fase di ricerca ed è da quel periodo, e da quei prototipi, che è partito il racconto di Mercedes-Benz e Stellantis ad Auto e Moto d'Epoca: dai primi modelli come la Fiat X1/23 del 1974 o la 190 Elektro degli anni ottanta fino alle ultimissime elettriche di serie come l'ammiraglia EQS - vetta dell'elettrificazione del marchio Mercedes – e la Nuova 500 RED nata dalla collaborazione tra Fiat e RED per diffondere il messaggio condiviso di cura per l'ambiente, per il pianeta e per le persone.

Ma l'elettrico ad Auto e Moto d'Epoca non si è fermato ai grandi marchi. Una nuova tradizione artigianale sta nascendo: la conversione in propulsione elettrica di auto d'epoca come le Citroen Mehari e 2CV presentate dagli esperti francesi di Cassis Club. 

Non tutti gli appassionati apprezzano la possibilità, ma i vantaggi ci sono (dalla semplicità di manutenzione alla libera circolazione nei centri storici) e chissà che una nuova generazioni di collezionisti non dimostri di trovarsi a suo agio con un'altrettanto nuova generazione di propulsori. Anche nel Classic.

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